mercoledì 30 dicembre 2015

Il progetto di sviluppo di Catania: storia di mafia, malaffare e scempio ambientale. Il suo acronimo è P.U.A.



Per raccontare il P.U.A.  dobbiamo fare una breve premessa partendo dal Patto territoriale per l’occupazione Catania Sud.
Il patto territoriale per l’occupazione Catania Sud, misura messa in campo dall’Ue, inizia a muovere i suoi passi nel 1996, promosso dall’amministrazione Bianco. Le finalità principali del Patto erano quelle della riqualificazione urbanistica e ambientale e della creazione di nuova occupazione. Il Patto prevedeva finanziamenti europei ed investimenti per oltre 100 miliardi di lire per creare 1.200 posti di lavoro. Il Patto è un “fiasco”. Difatti gli occupati reali sono meno di un terzo di quelli previsti e la riqualificazione ambientale ed urbanistica del litorale e del viale Kennedy è un fallimento sotto gli occhi di tutti.
Il P.U.A. (piano urbanistico attuativo Catania Sud) è il proseguimento del Patto territoriale ed inizia il suo iter dopo l’approvazione della variante urbanistica che da il via libera al Patto avvenuta nel 1999 e l’approvazione definitiva della Regione nel 2000 durante il Governo Capodicasa. 
Contemporaneamente alla genesi ed allo sviluppo del Patto Territoriale vengono costituite  le società Azienda Agricola San Giuseppe la Rena s.r.l. e Spiagge di Sole s.r.l. e rimessa in attività la Palma Rossa s.r.l., tutte riconducibili alla famiglia Ciancio, che dal 2001 si muoveranno nell’acquisto di parte dei terreni, allora a destinazione agricola, in cui dovrebbe sorgere il P.U.A.

Da questo momento iniziano gli intrecci tra imprenditoria, politica e mafia e le anomalie che hanno riguardato l’iter del Piano urbanistico attuativo variante Catania Sud conosciuto da tutti come  PUA.
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